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Manifestazione Palestina a Roma, parte il corteo: cariche della polizia, scontri e lacrimogeni

Una Roma blindata per il presidio per la Palestina di oggi. “Siamo qui per chiedere la fine dei bombardamenti, oggi festeggiano soltanto Israele e l’industria bellica”, dicono dal presidio. Almeno 6mila i partecipanti.
A cura di Beatrice Tominic
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Scontri e cariche fra polizia e manifestanti a Roma alla manifestazione pro Palestina. La città era apparsa militarizzata e completamente blindata fin da questa mattina: quasi 2000 persone controllate due ore prima dell'inizio del presidio autorizzato delle 14, 19 portati in questura col rischio del foglio di via. Fermi e altre persone identificate nei punti di raccolta e nelle vie di accesso alla capitale, come i caselli autostradali e le stazioni.

Piazzale Ostiense è stato circondato da camionette prima ancora dell'inizio del presidio, a cui partecipano circa 8mila persone. Dopo un paio di ore, gli interventi della comunità palestinese e una trattativa durata più di un'ora, è arrivato l'ok per un piccolo corteo. Dopo qualche passo i Giovani Palestinesi si sono sfilati, in testa alla manifestazione sono rimasti gli studenti. Poco dopo sono scoppiati gli scontri con le forze dell'ordine. I manifestanti rimasti lanciano petardi, estintori e bombe carta, la polizia risponde con i lacrimogeni e cariche. Continuano gli scontri, la tensione è alta. Una ragazza è rimasta ferita ed è stata trasportata via con l'ambulanza.

A sinistra i filtri per entrare a piazzale Ostiense della tarda mattinata, a destra la partenza del corteo.
A sinistra i filtri per entrare a piazzale Ostiense della tarda mattinata, a destra la partenza del corteo.

Tensioni al corteo pro Palestina: gli scontri

Dopo un presidio con 8mila persone in piazza, secondo le stime dei Giovani Palestinesi; gli interventi a sostegno di Gaza e più di un'ora di trattativa, un piccolo coreo in direzione di viale Aventino è stato concesso. All'inizio i manifestanti hanno iniziato a marciare al grido di "Intifada, fino alla vittoria". Poi, però, è scoppiata la tensione. Il corteo non si è fermato, i manifestanti in testa, che sarebbero studenti, hanno continuato ad andare avanti fino ad arrivare davanti agli agenti. Sono iniziate le prime cariche, i primi scontri. I manifestanti hanno lanciato estintori, bombe carta e petardi. La polizia ha risposto con il lacrimogeni.

Mentre la tensione saliva e gli scontri si facevano sempre più violenti, dall'altra parte della piazza migliaia di persone sono rimaste ferme, in attesa che la situazione si calmasse. Le sirene si sono fatte sempre più forti e insistenti.

Durante gli scontri, secondo quanto riportato dalle agenzie, una ragazza è rimasta ferita ed è trasportata in ospedale da un'ambulanza. Ai cori che inneggiano alla libertà della Palestina si sono aggiunti quelli di "vergogna" alle forze dell'ordine.

Manifestazione per la Palestina a Roma, cosa succede

Nella mattina, a dieci giorni dal divieto del corteo, la Questura di Roma ha autorizzato un presidio statico: lo scopo degli agenti è ora quello di garantire che i partecipanti non si muovano da piazzale Ostiense. Per entrare in piazza, invece, sono stati attivati filtri e controlli.

Le camionette in piazzale Ostiense all'incrocio con via Marmorata.
Le camionette in piazzale Ostiense all'incrocio con via Marmorata.

Nel frattempo ulteriori controlli sono scattati anche in altre zone lontane dalla piazza dove potrebbero concentrarsi i manifestanti. Controlli nel quartiere di San Lorenzo e nei pressi dei principali snodi, come alla stazione Tiburtina. Altri agenti, invece, si trovano nei posti di blocco in autostrada per controllare i veicoli in entrata a Roma, pullman compresi.

È quello che sta succedendo, ad esempio, a Fiano Romano dove gli agenti stanno perquisendo e chiedendo documenti alle persone dirette verso Roma, in pullman, come denunciano sui social alcuni attivisti. Non sono pochi i partecipanti che stanno raggiungendo la capitale da altre città. È il caso, ad esempio, di sei giovani arrivati da Napoli e fermati per accertamenti. 

Piazzale Ostiense prima dell'inizio della manifestazione.
Piazzale Ostiense prima dell'inizio della manifestazione.

Il presidio: "Oggi festeggiano solo gli amici di Israele e l'industria bellica"

"Non è un'occasione per celebrare qualcosa: noi siamo qui per chiedere la fine dei bombardamenti e per commemorare i nostri morti. Oggi festeggiano soltanto gli amici di Israele e l'industria bellica italiana – spiegano dal presidio in piazzale Ostiense – Noi siamo qui in piazza nonostante questo divieto. Per noi è una responsabilità storica, con oltre 40mila palestinesi uccisi sotto le bombe, una stima estremamente al ribasso. Chiediamo la fine del bombardamenti su Gaza e sul Libano, delle operazioni militari in Cisgiordania e una chiara posizione da parte del governo Italiano".

Non una celebrazione, ma la richiesta di una posizione da parte del governo: "La nostra è una chiara e netta presa di posizione politica. Le sfilate di vicinanza al popolo palestinese, trattato come se fosse la vittima di qualche calamità naturale, per noi non contano". Nel frattempo i rappresentanti dei Giovani Palestinesi parlano del 7 ottobre come l'inizio della rivoluzione.

Una manifestazione contro quanto sta succedendo in Palestina, ma anche contro il governo Meloni e il ddl Sicurezza 1660, come dimostrano i cori e alcuni striscioni in cui si rivendica la libertà di lottare.

Piano sicurezza a Roma

Come annunciato dalla Questura, nella giornata di oggi sono almeno 1500 gli agenti coinvolti per garantire la sicurezza nel corso di tutta la manifestazione. "Ci aspettiamo senso di responsabilità ", ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

Non si hanno ancora stime precise sulla partecipazione di oggi: nel frattempo c'è chi ha già garantito la propria presenza, come gli studenti università e delle superiori, che hanno iniziato a mobilitarsi già ieri pomeriggio.

Articolo in aggiornamento

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